V'è un solo eroismo al mondo: vedere il mondo com'è e amarlo.
Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà.
La felicità è il profumo dell'anima.
Attraverso la sua educazione, attraverso tutto ciò che vede e sente intorno a lui, il bambino assorbe una tale somma di sciocchezze, mescolate a verità essenziali, che il primo dovere dell'adolescente che vuole essere un uomo sano è di rigettare tutto.
La ragione è un sole severo: illumina, ma acceca.
Se un sacrificio è per voi una tristezza, non una gioia, non fatelo, non ne siete degni.
Eroismo e santità, virtù secondarie. Ma bisogna aver dato prova di sé.
L'autentico eroismo è sicuramente sobrio, privo di drammi. Non è il bisogno di superare gli altri a qualunque costo, ma il bisogno di servire gli altri a qualunque costo.
Bisogna rendersi conto che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l'eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni.
L'adorazione dell'eroe è più forte dove c'è meno riguardo per la libertà umana.
Gli eroi, d'altro canto, hanno certi privilegi. Possono andare ovunque, sfidare chiunque, purché abbiano il coraggio e la forza di farlo.
Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.
La dolorosa meraviglia che ci procura ogni rilettura dei grandi tragici è che i loro eroi, che avrebbero potuto sfuggire a un fato atroce, per debolezza o cecità non capiscono a cosa vanno incontro, e precipitano nell'abisso che si sono scavati con le proprie mani.
Un vero eroe non lascia che la tristezza e la solitudine prendano il sopravvento.
Ecco la verità: il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
Nel piccolo italiano medio c'è una zona nobile, un soprassalto di dignità che non arriva all'eroismo ma che lo spinge ad agire, anche solo con una dimostrazione di affetto e di appoggio all'amico.