Tutto l'amore che non è dono di se stesso totalmente libero e spontaneo, ha in sé un presagio di morte.
— Thomas Merton
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La nostra interpretazione
L’affermazione mette in luce la natura più profonda dell’amore autentico, sottolineando che esso esiste veramente solo quando è dono integrale di sé, libero da costrizioni e calcoli. L’amore che nasce da un bisogno di possesso, da paura, da dipendenza o da ricerca di vantaggi personali porta in sé un elemento di corruzione interiore. Non si tratta tanto di un giudizio morale quanto di una constatazione esistenziale: quando il gesto di amare non sgorga da una spontaneità sincera, qualcosa inizia lentamente a spegnersi. Il riferimento alla “morte” evoca la progressiva perdita di vitalità dei sentimenti, il raffreddarsi della relazione, l’inaridimento dell’anima. Dove ci sono controllo, manipolazione o obbligo, si insinua una sorta di decadimento interiore. L’amore, per restare vivo, ha bisogno di gratuità e di libertà: solo in questa apertura disinteressata chi ama e chi è amato possono crescere, respirare e trasformarsi. Diversamente, si crea una prigione affettiva in cui il sentimento, invece di fiorire, lentamente muore, lasciando spazio alla delusione, al risentimento o alla fuga. L’idea centrale è che la pienezza dell’amore coincide con la sua totale gratuità, mentre ogni forma di trattenimento, calcolo o paura ne prepara già la fine.
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