Roma, città fortunata, invincibile e eterna.— Tito Livio
Roma, città fortunata, invincibile e eterna.
Meglio tardi che mai.
Bisogna fidarsi pochissimo di una grandissima fortuna.
Dimostra di essere solidissimo quel governo in cui gli amministrati godono di benessere.
Perché ci sia colpa, deve volerlo la mente, non il corpo.
La città è afflitta da due vizi tra loro opposti, l'avarizia e il lusso, rovinosi malanni che hanno fatto crollare tutti i grandi imperi.
L'Italia si divide in due parti: una europea che arriva all'incirca a Roma, e una africana o balcanica, che va da Roma in giù. L'Italia africana o balcanica è la colonia dell'Italia Europea.
Roma è un sogno che la Chiesa tenacemente custodisce.
Seppi da Wacherio che il Bruno fu abbruciato in Roma e che sopportò con costanza il supplicio, asserendo che tutte le religioni sono vane e che Iddio s'immedesima col mondo, col circolo e col punto.
Vivo a Roma che è una bellissima città ma è grandissima. Faccio una vita programmata al minuto e non ero abituata. Lecce è una città molto più piccola e gestibile.
Non è il male che corre sulla terra, ma la mediocrità. Il crimine non è Nerone che suonava la lira mentre Roma bruciava, ma il fatto che egli suonava male.
La lampada accesa è il simbolo di Roma eterna, Virgilio ne è l'anima vigile e operante.
A Roma tutto ha un prezzo.
Oh Roma! mia patria! città dell'anima!
A Roma tutto ha a un prezzo.
Roma ha l'osteria, luogo popolaresco, un po' buio, bonario, con tavole di marmo, boccali di vino, belle insegne rossastre con le scritte: «Vino dei Castelli a tanto il litro».