Da noi in Giamaica correre è una questione di cultura, come in Kenya per il mezzofondo. Da ragazzini voi sognate di diventare calciatori, noi sprinter.
Faccio una cosa molto bene, ma il talento non basta. E' il primo insegnamento che mi ha trasmesso il coach. Puoi aver talento, ma se non lavori duramente non diventi un campione.
Il Giappone è una delle mie mete preferite, lo adoro. La gente è gentile, ti aiuta e sa divertirsi: non a caso è la patria dei videogames!
Il mio gesto di esultanza è un passo di danza giamaicano che ho personalizzato. Significa "To the world", dalla Giamaica a tutto il mondo. E' venuto per caso però ha attecchito: ho visto anche dei bambini giapponesi che lo facevano.
I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre.
Correre è la più grande metafora della vita, perché ne tiri fuori quello che ci hai messo dentro.
Da quando ho imparato a camminare mi piace correre.
L'unico modo per essere seguito è quello di correre più velocemente degli altri.
La sola ragione per cui comincerei a fare jogging è che così almeno posso sentire di nuovo un respiro affannoso.
Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme.
Correre di mattina lungo il molo di Baranco, quando l'umidità della notte impregna ancora l'aria e rende i marciapiedi scivolosi e lucidi, è un buon modo per cominciare la giornata.
Per me lo jogging non è solo una forma di esercizio fisico, ma anche un modo per rilassarmi. È l'ora in cui, ogni mattina, posso restare da solo con i miei pensieri.
Chi corre dietro al pubblico, vuol dire che dentro di sé non ha niente.
Il giorno in cui smetti di correre, è il giorno in cui vinci la gara.
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