Correre mi ha insegnato che perseguire una passione è più importante della passione stessa.
Lottare e soffrire: questa è l'essenza di una vita degna di essere vissuta. Se non stai spingendo al di là della tua "zona di comfort", se non stai chiedendo di più a te stesso - crescendo e imparando nel cammino - stai scegliendo un'esistenza vuota. Ti stai negando un viaggio straordinario.
Finchè non ti trovi nella condizione in cui stai spingendo te stesso, non stai vivendo al meglio. Tu non puoi aver paura di fallire, ma finché non fallisci, non avrai spinto abbastanza duramente.
Il corpo umano ha dei limiti. Lo spirito non ne ha.
Il dolore è il modo con cui il corpo si sbarazza della debolezza.
Anche questo è un vantaggio del correre rispetto agli altri sport: ognuno va per conto suo e non ha da rendere conto agli altri.
Il correre sviluppa muscoli che consumano grasso. Quando essi entrano in azione, bruciano il grasso e continuano a farlo ancora per alcune ore dopo la cessazione dell'attività, pure se si resta seduti o si dorme.
Correre è la più grande metafora della vita, perché ne tiri fuori quello che ci hai messo dentro.
Qui, per restare nello stesso posto, devi correre più velocemente che puoi. Se vuoi arrivare da qualche parte, devi correre due volte più veloce.
Il giorno in cui smetti di correre, è il giorno in cui vinci la gara.
Quando corro, semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto.
Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme.
La sola ragione per cui comincerei a fare jogging è che così almeno posso sentire di nuovo un respiro affannoso.
Correre di mattina lungo il molo di Baranco, quando l'umidità della notte impregna ancora l'aria e rende i marciapiedi scivolosi e lucidi, è un buon modo per cominciare la giornata.
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