L'avvenire è la porta, il passato ne è la chiave.— Victor Hugo
L'avvenire è la porta, il passato ne è la chiave.
Non c'è niente come un sogno per creare il futuro.
Non è possibile ammirare un capolavoro senza provare nello stesso tempo una certa stima di sé.
I poeti hanno dentro di sé un riflettore, l'osservazione; e un condensatore, la commozione. Di qui derivano quei grandi fasci luminosi che escono dal loro cervello e fiammeggiano sulla tenebrosa muraglia umana.
Questo suicidio spaventoso, il celibato.
Date, ricchi! L'elemosina è sorella della preghiera.
Non colui che ignora l'alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l'analfabeta del futuro.
Il futuro lo conoscerete quando sarà arrivato; prima di allora, dimenticatelo.
Ciò che differenzia l'uomo civile dal selvaggio è che l'uomo civile si sforza di prevedere e d'influenzare il suo futuro.
Quando arriva il tempo in cui si potrebbe, è passato quello in cui si può.
Tutti gli uomini e le donne di successo sono dei grandi sognatori. Essi immaginano come potrebbe essere il loro futuro, ideale in ogni aspetto, e poi lavorano ogni giorno in direzione di quella distante visione, quell'obiettivo o proposito.
È il momento di una nuova generazione di leader, per affrontare nuovi problemi e cogliere nuove opportunità. Perché là fuori c'è un nuovo mondo da conquistare.
In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso: il passato, certo.
L'uomo dell'avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.
Speculare sull'immutabile passato è altrettanto futile che ipotecare sull'imprevedibile futuro.
Chi vuole imparare erediterà il futuro; chi ha imparato sarà preparato per un mondo che non esiste più.