La coscienza ci rende tutti codardi.— William Shakespeare
La coscienza ci rende tutti codardi.
La vita è un'ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente.
Così come si beccano i colombi si vorrebbero mordicchiar gli sposi.
Colui che oggi verserà il suo sangue insieme al mio, sarà mio fratello.
L'amore vola verso l'oggetto amato con la stessa impazienza con cui lo scolaro lascia la scuola, se ne allontana con tristezza come lo scolaro costretto a riprendere i suoi libri.
La gloria è simile a un cerchio nell'acqua che va sempre allargandosi, sin quando per il suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla.
È un vigliacco l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.
Molti vogliono e condursi teco vilmente, e che tu ad un tempo, sotto pena del loro odio, da un lato sii tanto accorto, che tu non dia impedimento alla loro viltà, dall'altro non li conoschi per vili.
I vigliacchi devono avere il potere, altrimenti hanno paura.
Il vile anonimo è quello che scaglia il sasso e nasconde la mano. Noi siamo tutti un po' anonimi, non foss'altro perché nascondiamo il vero nome nostro e lo strozzino si fa chiamar banchiere, il letterato si fa chiamar poeta e il demagogo si fa chiamare padre della patria.
Il tempo non ci rende più saggi, solo più vigliacchi.
Non v'è che frode in uno scellerato; ma un codardo è peggio cento volte di un bicchier di vino adulterato; uno scellerato codardo.
È debole e vile chi si dà la morte per paura del dolore, e insensato chi vive per soffrire.
La saggezza e la bontà sembrano vili a chi è vile: la feccia gode solo di se stessa.
Dichiarare la propria viltà può essere un atto di coraggio.