Non sono i sei milioni di ebrei che mi preoccupano, è che i record sono fatti per essere battuti.— Woody Allen
Non sono i sei milioni di ebrei che mi preoccupano, è che i record sono fatti per essere battuti.
Gli esseri umani sono composti di mente e corpo, la mente abbraccia tutte le più nobili aspirazioni, come la poesia e la filosofia, ma il corpo si prende tutto il divertimento.
I miei mi hanno insegnato la carità cristiana a suon di bastonate.
È impossibile sperimentare la morte di qualcuno obiettivamente e nel contempo cantare accuratamente una canzone.
Meglio essere vigliacchi per un minuto che morti per il resto della vita!
È chiaro che il futuro offre grandi opportunità. È anche disseminato di trabocchetti. Il trucco consiste nell'evitare i trabocchetti, prendere al balzo le opportunità e rientrare a casa per l'ora di cena.
La patria dell'ebreo sono gli altri ebrei: perciò egli combatte per essi come pro ora et focis, e non vi è comunità sulla terra così salda come la loro.
L'ebreo è esule: e noi crediamo di non esserlo?
La cultura ebraica non è una sorta di erba selvatica che cresce per conto suo. È un giardino che si deve curare di continuo. Quando il giardiniere se ne scorda, o decide di scordarsene, le piante avvizziscono.
Uccidendo i suoi ebrei, l'Europa si è suicidata.
Il giudaismo e le sue due principali note a piè di pagina, il cristianesimo e il socialismo utopico, discendono direttamente dal Sinai, e anche gli ebrei erano solo un piccolo gruppo disprezzato e perseguitato.
Gli ebrei sono costretti a contemplare, se non ad accettare o a razionalizzare, l'atroce paradosso della loro colpevolezza innocente, il fatto che sono stati loro a rappresentare nella storia occidentale l'occasione, la possibilità ricorrente per il gentile di diventare meno che umano.
Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità è soltanto sua; se un ebreo compie una cattiva azione, la colpa ricade su tutti gli ebrei.
Gli ebrei, se sono buoni, sono migliori, se cattivi, peggiori dei cristiani.
Essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l'occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo.