Il pensiero di un uomo è innanzitutto la sua nostalgia.
La morte non è dolorosa. È la vita terrena che è una morte.
Quando non si ha carattere, bisogna pure darsi un metodo.
Non è la lotta che ci obbliga a essere artisti, è l'arte che ci obbliga a lottare.
Non conosco che un solo dovere: quello di amare.
Il bisogno di aver ragione: segno di spirito volgare.
La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Per guarire da ogni nostalgia amorosa non c'è che sperimentare d'essere amato o voluto o bramato o quello che vuoi, da una persona che ci dia ai nervi.
La nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.
Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l'amabile, è la vita nella sua seducente banalità.
Mi è sempre sembrato che ci sia una parte di slealtà nella nostalgia, come quando dopo che è successo qualcosa, qualcuno dice "te l'avevo detto" o "lo sapevo", e non è mai vero e non aveva detto e non sapeva niente prima che succedesse.
La nostalgia è un veleno.
Nostalgia: il ricordo delle cose passate.
Chi crede in Dio è abitato da una sottile ma insopprimibile nostalgia. Nostalgia per le promesse che la vita contiene e che essa da sé non realizzerà mai.
La nostalgia è rendersi conto che le cose non erano insopportabili come sembravano allora.
Nostalgico. Dicesi di chi si trova all'estero senza una lira.