La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.— Milan Kundera
La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Ma è proprio il debole che deve esser forte e andar via, quando il forte è troppo debole per poter fare del male al debole.
Non è facile disabituarsi ai gesti che si sono abituati a noi.
In una lingua straniera si usano le parole oscene ma non le si sente come tali. La parola oscena, pronunciata con un accento straniero, diventa comica. Difficoltà di essere osceni con una donna straniera. Oscenità: la radice più profonda che ci avvince alla nostra patria.
Un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della Nona di Beethoven, della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók o di una canzone dei Beatles.
L'amore comincia nell'istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica.
Per guarire da ogni nostalgia amorosa non c'è che sperimentare d'essere amato o voluto o bramato o quello che vuoi, da una persona che ci dia ai nervi.
La nostalgia è rendersi conto che le cose non erano insopportabili come sembravano allora.
Il paese della nostra nostalgia è invece il normale, il decoroso, l'amabile, è la vita nella sua seducente banalità.
Mi è sempre sembrato che ci sia una parte di slealtà nella nostalgia, come quando dopo che è successo qualcosa, qualcuno dice "te l'avevo detto" o "lo sapevo", e non è mai vero e non aveva detto e non sapeva niente prima che succedesse.
La nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.
Chi crede in Dio è abitato da una sottile ma insopprimibile nostalgia. Nostalgia per le promesse che la vita contiene e che essa da sé non realizzerà mai.
Il pensiero di un uomo è innanzitutto la sua nostalgia.
Il presente si degrada, prima in storia, poi in nostalgia.
Nostalgia: il ricordo delle cose passate.