Un romanzo non è mai altro che una filosofia tradotta in immagini.
La morte non è dolorosa. È la vita terrena che è una morte.
Non esiste rivolta senza la sensazione d'avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.
Il più grande coraggio, è ancora il tenere gli occhi aperti sulla luce come sulla morte.
Un uomo è sempre preda delle proprie verità. Quando le abbia riconosciute, egli non è capace di staccarsene.
Se il mondo fosse chiaro, l'arte non esisterebbe.
Il romanzo non deve avere alcuna fretta. In passato anche la fretta poteva rientrare nella sua sfera, oggi è passata al film; confrontato ad esso, il romanzo frettoloso è destinato a restare sempre inadeguato.
Romanzo. La grande forma della prosa in cui l'autore, attraverso degli io sperimentali (i personaggi), esamina fino in fondo alcuni grandi temi dell'esistenza.
Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno le conosce.
I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s'allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.
Un romanzo o si scrive o si vive.
I romanzieri, sottoscritto compreso, non capiscono molto di quel che fanno, non sanno perché funziona quando va bene, non sanno perché non funziona quando va male.
I grandi romanzi sono grandi fiabe.
Romanzo. Racconto gonfiato. Un genere di composizione che ha con la letteratura lo stesso rapporto delle vedute panoramiche nei confronti dell'arte.
Il romanziere non deve render conto a nessuno, tranne che a Cervantes.
Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.