La prossima guerra mondiale sarà combattuta con le pietre.
Chiunque si prenda la briga di ergersi a giudice nel campo delle verità e della conoscenza, viene mandato in rovina dalle risa degli dei.
Le persone sono come le biciclette: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi.
Ipotizzare l'esistenza di un essere intangibile non facilita la comprensione dell'ordine che troviamo nel mondo tangibile.
Se non c'è un prezzo da pagare, allora non ha valore.
Il vero valore di un essere umano è rivelato dalla sua capacità di raggiungere la liberazione da se stesso.
Le guerre non si pagano in tempo di guerra, il conto viene dopo.
La guerra esisterà ancora a lungo, probabilmente per sempre. Tuttavia il superamento della guerra, oggi come ieri, continuerà a essere la più nobile delle nostre mete.
I vantaggi della guerra, se ce né qualcuno, sono solo per i potenti della nazione vincente. Gli svantaggi ricadono sulla povera gente.
La storia ci dice che la guerra è il fenomeno che accompagna lo sviluppo dell'umanità. Forse è il destino tragico che pesa su l'uomo. La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.
La storia insegna che la guerra inizia quando i governi credono che il prezzo dell'aggressione sia basso.
La guerra è un ossessione dei vecchi, che mandano i giovani a combatterla.
Mi domando se la guerra non scoppi al solo scopo di permettere all'adulto di fare il bambino, di regredire con sollievo fino all'età dei costumi gallonati dei soldatini di piombo.
La guerra è un castigo tanto per chi la infligge quanto per colui che la patisce.
Se esistesse una legge internazionale che obbligasse ogni capo di Stato che dichiarasse guerra a scendere in campo con tutti i suoi consiglieri per combatterla in prima linea accanto ai soldati, nel mondo ci sarebbe sicuramente qualche guerra in meno e, forse, anche qualche pacifista in piú.
Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria. Ma nella guerra moderna non c'è niente di dolce o di opportuno nella morte. Si muore come cani senza un valido motivo.