Sono volgare quanto basta.
Ascolta il passo breve delle cose - assai più breve delle tue finestre - quel respiro che esce dal tuo sguardo chiama un nome immediato: la tua donna.
Chi si colloca al centro del mondo cade sulla propria frontiera.
Io mangio solo per nutrire il dolore.
Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio.
Nessun uomo può dire di non essere stato crocifisso almeno una volta a quel ramo di ulivo che è la donna.
La morte e la volgarità sono le uniche due realtà che il diciannovesimo secolo non è riuscito a spiegare.
Vi è una incredulità volgare nei fatti storici, così come in quelli religiosi, che è più facile mettere in dubbio che esaminare.
Volgari si nasce. La volgarità, nelle arti, la volgarità piacevole, che vi incanta, è inimitabile. È un dono di natura come il genio.
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa e c'è il sospetto che sia triviale l'affanno e l'ansimo dopo una corsa, l'ansia volgare del giorno dopo, la fine triste della partita, il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa che chiami... vita.
Ricordatevi sempre che volgare, oscena, insostenibile è la volgarità della nostra patria.
Un autore come Nietzsche non ha nulla a che spartire con un volgare ateismo.
Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente.
Nulla è volgare di per sé, ma siamo noi che facciamo la volgarità secondo che parliamo o pensiamo.
Il cinismo è la sola forma sotto la quale le anime volgari rasentano l'onestà.
Il successo è il solo infallibile criterio di saggezza per le menti volgari.
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