Si vive sempre troppo.— Alda Merini
Si vive sempre troppo.
Ho scritto migliaia e migliaia di poesie. Ma non ne ho conservata nessuna. Le regalo. Per me conservo i sentimenti che le hanno animate. Quelli sono i miei ricordi. Nelle poesie c'è solo l'effetto di quei sentimenti, c'è quello che rimane in superficie, ma l'uomo è rimasto mio.
La follia è saltare sul tappeto della ragione.
Sono volgare quanto basta.
Io la vita l'ho goduta perché mi piace anche l'inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l'ho pagata cara.
Si impara a vivere quando si impara a morire.
Ciò che si chiama ragione di vivere è allo stesso tempo un'eccellente ragione di morire.
Vivere del proprio lavoro, una necessità; vivere del lavoro altrui, un'aspirazione.
Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai.
Il mistero dell'esistenza umana non consiste nel rimanere vivi, ma nel trovare una ragione per vivere.
Bisogna vivere con semplicità e pensare con grandezza.
Per vivere nel mondo è necessario prendere con sé una grande provvista di previdenza e d'indulgenza: la prima ci preserva da danni e perdite, la seconda da liti e brighe.
La gente è costretta a vivere in luoghi dove non ha più il minimo controllo su quello che mangia e quello che si mette addosso, sullo spazio che occupa. Tutti sono in prestito tutto il tempo, devono comprare quello che gli serve e non gli basta mai, gli sembra di avere sempre bisogno di altro.
Si vive una sola volta e quest'unica volta si vive nel provvisorio, nella vana attesa del giorno in cui dovrebbe cominciare la vera vita. Così passa l'esistenza.
Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.
L'arma batteriologica del secolo: il tedio. Quella che ti convince che aspettare di vivere è meno faticoso di vivere.