Si vive sempre troppo.
L'aforisma è il sogno di una vendetta sottile.
C'è chi si masturba per non perdere l'orientamento.
Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
Ogni alba ha i suoi dubbi.
Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.
Non vivo per me, ma per la generazione che verrà.
Vivere: è pugnare con gli spiriti mali del cuore e del pensiero. Scrivere: è tenere severo giudizio contro sé stessi.
Il limite più grande che ho accettato è quello di essere vivo. Non ho 'deciso' di essere vivo.
Vivere, nutrirsi, riprodursi, portare a termine il compito per il quale siamo nati e morire: non ha alcun senso, è vero, ma è così che stanno le cose.
La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli.
Se si sappia vivere da vinti, lo si è un po' meno.
Vivere, in generale, vuol dire essere in pericolo.
Vivere è un'arte che assomiglia più alla lotta che alla danza, perché bisogna sempre tenersi pronti e saldi contro i colpi che ci arrivano imprevisti.
Può capitare di vivere senza "esistere".
Se qualcuno si accorgesse che potrebbe vivere più a suo agio infisso in croce che a tavola, sarebbe il più stolto degli uomini se non si facesse crocifiggere.