L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.— Alfredo Accatino
L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.
Dio ha creato il mondo. Prima o poi ci riproverà.
Io sono nessuno. Nessuno è perfetto.
Ogni casa ha il suo odore inconfondibile. Qualcosa che ti eccita e ti spaventa. Come quando torni a casa dalle vacanze e rimani sul ballatoio, con la porta aperta e le valigie a terra. Indeciso se profanare quella strana penombra.
Un falsario non ti vende mai un falso, ti regala solo un'illusione di autenticità.
Non sono grasso. Sono spesso.
Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
Ammettere di non essere degli eroi è il nostro momento più eroico.
L'Eroe è la coscienza universale del dovere essere.
È concesso anche a un eroe morente chiedersi prima di morire come parleranno di lui gli uomini dopo la sua morte.
L'eroe è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco.
L'eroe non è colui che non cade mai ma colui che una volta caduto trova il coraggio di rialzarsi.
Alle opere veramente preziose si perviene soltanto tramite la mediazione di questo sforzo antieconomico (lo sport), i cui sublimi risultati sono: la creazione scientifica e artistica, l'eroismo politico e morale, la santità religiosa.
Conobbi un uomo che all'ora della sveglia balzava subito dal letto e faceva un bagno freddo. Ma questo eroismo non serviva a nulla perché, dopo il bagno, doveva saltare di nuovo dentro al letto per scaldarsi.
Il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
Il bisogno dell'America non è l'eroismo ma la guarigione; non panacee, ma la normalità; non la rivoluzione ma il restauro.