Non è la bellezza che mi conduce a te, scrittura, bensì la perdizione dell'anima.— Amal al-Juburi
Non è la bellezza che mi conduce a te, scrittura, bensì la perdizione dell'anima.
Nel paziente esercizio della scrittura ho dato un senso al dolore.
La scrittura è un tentativo disperato di preservare la memoria.
Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno.
Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce.
La scrittura e le cose non si somigliano. Tra esse, Don Chisciotte vaga all'avventura.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
La pittura rappresenta al senso con piú verità e certezza le opere di natura, che non fanno le parole o le lettere, ma le lettere rappresentano con piú verità le parole al senso, che non fa la pittura.
Cogito ergo sum, ergo scrivo, ergo mi autopubblico, ergo mi autoleggo e chi s'è visto s'è visto. Stringi stringi: che bisogno c'è dell'editore? Mi pubblico io. Che bisogno c'è del lettore? Mi leggo io.
Per la scrittura io ho fatto tutto, mi sono ridotto persino a vivere.
Scrivere è piangere con l'inchiostro, sporcare carta e le idee degli altri. Scrivere è vomitare in pubblico e ridere una pazzia frenata.