Quando si incontra Dio, la prima scoperta è l'insignificanza di tutte le cose che anche oggi i cristiani, esclusi ovviamente i santi, prendono così ridicolmente sul serio.
Si parla sempre di "fanatismo cieco", come se ci fosse un fanatismo "chiaroveggente".
Gli spiriti sono in genere meno affamati degli stomaci, e sopportano più allegramente la penuria.
Se Dio fosse il punto d'arrivo di un ragionamento, non sentirei alcuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo.
Essere un dio è solo una questione di temperamento, alla fine.
Dio ha creato Adamo padrone e signore di tutte le creature viventi, ma poi Eva ha rovinato ogni cosa.
Non esiste il diavolo. E' solo dio quando è ubriaco.
Dio ha inventato l'uomo perché era deluso della scimmia.
Se l'uomo non è fatto per Dio perché non è felice se non in Dio? Se l'uomo è fatto per Dio, perché è così contrario a Dio?
Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo.
Se Dio esiste dobbiamo riconoscerlo nella natura immobile e indipendente.
Quello che era timor di Dio è diventato timore di Dio nei nostri confronti, e questo suo timore è così grande che Dio si tiene nascosto e nessuno lo trova più.
Solo un Dio che si propone con segni, indizi, tracce, impronte e che non si impone, apparendo sfolgorante nella Sua gloria, può instaurare con le Sue creature un rapporto libero e non una dipendenza necessaria.
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