Patria gentil, nido dal cielo eletto Ad albergar colei, che in terra adoro; Poiché pur li riveggio omai, s'io moro Avrò nel morir mio pace, e diletto.
Il primo annunzio di mia cruda morte, Se a chi muor per amor tanto è concesso, Vo' che tra il sonno l'ombra mia t'apporte.
Sciocco è chi a contrastar col ciel s'ingegna, Il tuo destin a tal ben non si degna; Ond'è dispersa al vento ogni fatica.
Lasciando con la patria ogni conforto, Ove più l'Appennin la neve agghiaccia, Carco n'andrò di così gravi some, Chiamando morte, e te sola per nome.
Ringrazio il ciel, ch'in quest'alme contrade Drizzò i miei passi, e più ringrazio Amore, Che mostrò a gli occhi miei tanta beltade.
Ricca nave dal porto appena uscita Carca non pur di perle e d'oro e d'ostro, Ma di tutto il tesor del secol nostro, A solcar l'aspro mar di questa vita.
Patria è dove si soggiorna e si lucra commodamente.
La patria è dove si vive felici.
La patria è sempre dove si prospera.
È istinto di natura L'amor del patrio nido. Amano anch'esse Le spelonche natìe le fiere istesse.
Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo.
Vogliamo la patria, la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no. Potete, sapete darcela?
Per un vecchio, la patria è dovunque faccia caldo.
La patria è la fede nella patria.
È bello e dolce morire per la patria.
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