Ben io ti dico, che mia patria è quella Che nel popolo sta.
Stolto, che volli coll'immobil fato Cozzar della gran Roma, onde ne porto Rotta la tempia, e il fianco insanguinato; Chè di Giuda il Leon non anco è morto; Ma vive e rugge, e il pelo arruffa e gli occhi.
Ahi nome vano, Virtù, ludibrio de' malvagi.
I miei misfatti, o donna, Son due: l'odio a' superbi, e immenso, e ardente Amor di libertà.
Più sei bella, più devi Ad Amor voti e fè.
Severi, imperscrutabili, profondi Sono i decreti di lassù, né lice A mortal occhio penetrarne il buio.
Con la patria legata alle vele e i remi al vento I naufraghi dormirono mansueti come fiere morte nei sudari delle spugne. Ma gli occhi delle alghe sono vòlti al mare Caso mai le riporti l'austro con le vele tinte di fresco.
È bello e dolce morire per la patria.
Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle.
Un soldato deve essere pronto a morire per la sua patria. Anche a costo della vita.
Se la patria o gli ideali rivoluzionari non infiammano più gli animi, ci rimangono alcuni grandi eventi sportivi: le Olimpiadi, la Coppa del Mondo...
Patria è dove si soggiorna e si lucra commodamente.
Lasciando con la patria ogni conforto, Ove più l'Appennin la neve agghiaccia, Carco n'andrò di così gravi some, Chiamando morte, e te sola per nome.
La vera patria è quella in cui incontriamo più persone che ci somigliano.
Patria è il nome che si dà al proprio paese quando se ne ha bisogno.
La terra alla femmina, la patria al soldato, questa è l'ultima marcia e andiamo a morire.