La tristezza paralizza o distrugge. Il dolore feconda e rende vivi.
La rabbia che si manifesta ci mostra che non eravamo in sintonia con la nostra sensibilità più profonda. Quindi non dobbiamo reprimere la rabbia, bensì parlare con essa.
Per alcuni pensieri è meglio non ammetterli, bensì allontanarli subito.
Anche se ti fa paura, non ignorare l'abisso del tuo dolore.
L'odio come impulso non è cattivo, vuole costringerci a liberarci dell'altro e a crearci uno spazio nostro, nel quale possiamo vivere.
Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento.
Ero troppo ubriaco per lamentarmi: sentivo solo il morso e la tristezza selvaggia di un'altra buona cosa persa per sempre.
Incominciai a capire che i dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci.
Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente: si limitano a piangere sulla propria situazione. Ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose.
Tristezza come l'acqua che rimane quando ci siamo lavati.
Non c'è tristezza che, camminando, non si attenui e lentamente si sciolga.
È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.
È tristissima quella casa e così quella vita in cui il necessario ci fosse tutto, e di superfluo nulla.
La tristezza è nemica del bene.
Quando cala il sole penso spesso che darei qualsiasi cosa per scolarmi una bottiglia. È così triste, quando va via il sole.
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