Un'obbedienza senza ascolto e senza dialogo non è obbedienza.— Antonio Bello
Un'obbedienza senza ascolto e senza dialogo non è obbedienza.
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.
Mandata da Dio per la salvezza del mondo, la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi.
È il mondo lo spazio in cui giochiamo la nostra identità.
Ricordiamoci che delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini. Ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto a Dio!
Hanno detto che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle attese. Forse è vero.
Se l'obbedienza è il risultato dell'istinto delle masse, la rivolta è quello della loro riflessione.
Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio.
Tutti sono sottomessi, tutti desiderano obbedire e pensare meno che si può: bambini sono gli uomini.
È il momento dell'obbedienza libera, umile e insieme magnanima, nella quale si realizza la decisione più elevata della libertà umana.
La disciplina consiste in un imbecille che si fa obbedire da altri più intelligenti di lui.
La questione dell'educazione è la differenza tra l'educazione all'obbedienza e l'educazione alla libertà.
L'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà.
L'obbedienza è la furbizia dei santi; è un talismano che indora tutte le cose.
Dà fiducia alla Vita, anche se non senti di poter dare fiducia alle persone. La natura umana è senza dubbio inaffidabile, ma la Vita obbedisce a leggi immutabili.
Non conosco altro metodo più efficace per garantire il rigetto di leggi cattive o dannose della loro stretta applicazione.