I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.
Hanno detto che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle attese. Forse è vero.
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.
L'amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall'unico incendio di Dio.
È il mondo lo spazio in cui giochiamo la nostra identità.
Nessuno di noi è povero se non desidera il superfluo e possiede il necessario, che per natura è assai poco.
Quando i ricchi furfanti hanno bisogno di quelli poveri, quelli poveri possono fare il prezzo che vogliono.
C'è una povertà in questo tipo di vita, una povertà diversa da quella materiale di una volta. Una povertà interiore che, più che far paura, umilia. Umilia la grande ricchezza, la grande potenzialità che c'è in ognuno di noi.
Niente costa tanto caro come essere poveri.
Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcuna timore della morte.
L'aspetto più atroce della povertà è costituito dal fatto che rende ridicoli.
I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.
La povertà da sola non è [...] in grado di protestare.
La povertà è il solo lusso delle persone oneste.
È il povero che conta le sue pecore.