Il viaggio più serio è quello che porta all'incontro con Dio.— Antonio Bello
Il viaggio più serio è quello che porta all'incontro con Dio.
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.
I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.
Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
Dio è presente nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia.
I poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.
Partire, è un po' morire, è morire rispetto a ciò che si ama: si lascia un frammento di se stessi in ogni ora e in ogni luogo.
Morte: il piacere di fare un viaggio senza valigie.
Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo.
Non è un viaggio, tutti i viaggi finiscono ma noi andiamo avanti, il mondo gira e noi giriamo assieme a lui, i progetti svaniscono, i sogni prendono il sopravvento, ma ovunque vada ci sei tu, la mia sorte, il mio destino, la mia fortuna.
Naturalmente, gli uomini amano vedere cose nuove e viaggiare.
L'uomo che viaggia solo può partire oggi; ma chi viaggia in compagnia deve aspettare che l'altro sia pronto.
Essere di passaggio da un progetto all'altro quando non sai bene cosa comincerai è una cosa che detesto. Per me quei momenti è come se non esistessero. E anche nei viaggi, il mio unico obiettivo è arrivare da qualche parte. Non è stare a metà che mi piace.
Ogni viaggio comincia con un vagheggiamento e si conclude con un invece.
A che ci serve viaggiare, se non riusciamo ad evitare noi stessi?
Non importa quanti viaggi fai: il tuo non è ancora finito.