Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
Gli intellettuali sono i 'commessi' del gruppo dominante per l'esercizio delle funzioni subalterne dell'egemonia sociale e del governo politico.
Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio.
Lo spiritello che mi porta a cogliere il lato comico e caricaturale di tutte le scene era sempre attivo in me e mi ha mantenuto giocondo nonostante tutto.
Ogni stato è una dittatura.
Ci vorrà pazienza ed io pazienza ne posseggo a tonnellate, a vagoni, a case.
La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.
Il miglior sedativo per le smanie rivoluzionarie consiste in una poltrona ministeriale che trasforma un insorto in un burocrate.
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, è la rivoluzione che guida gli uomini.