Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.
Il piacere di dispiacere a chi si vuol far piacere.
I generali non sanno che le battaglia le vincono gli storici.
Un vero giornalista: spiega benissimo quello che non sa.
Se le religioni fossero molto chiare perderebbero, con l'andar del tempo, i credenti.
Non credeva in Dio, credeva nella comodità di credere in Dio.
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Quelli della generazione del sessantotto pensavano che la rivoluzione fosse un caffè istantaneo.
Non potrà esserci nessuna rivoluzione di massa finché non vi sarà una rivoluzione personale, a livello individuale.
Rivoluzione. In campo politico viene così chiamato il brusco passaggio da una forma a un'altra di malgoverno.
Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Si è vero lo siamo in modo diverso, siamo quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo.
Nessun vero rivoluzionario muore invano.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l'ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
Per un vero rivoluzionario il pericolo più grave, fors'anche l'unico, è l'esagerazione rivoluzionaria.