La virtù risplende nelle disgrazie.— Aristotele
La virtù risplende nelle disgrazie.
L'antidoto contro cinquanta nemici è un amico.
Chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte dello Stato, e di conseguenza è o bestia o dio.
È il giusto mezzo che bisogna scegliere, e non l'eccesso né il difetto, poiché il giusto mezzo è come la retta ragione dice.
La virtù dipende da noi, e così pure il vizio. Infatti, nei casi in cui dipende da noi l'agire, dipende da noi anche il non agire, e in quelli in cui dipende da noi il non agire, dipende da noi anche l'agire.
La bellezza è la miglior lettera di raccomandazione.
Se vuoi assaporare la virtù, pecca qualche volta.
Nulla mi riesce più gradito che scoprire la virtù in una persona nella quale non ne avevo mai sospettato l'esistenza. è come trovare un ago in un fienile. Esso punge. Se possediamo delle virtù abbiamo il dovere di avvisarne la gente.
Senza il coraggio, tutte le altre virtù perdono valore.
Il più virtuoso davanti a Dio non è necessariamente il più idoneo.
La virtù non conduce ad altro che all'inazione più stupida e più monotona, il vizio a tutto ciò che l'uomo può sperare di più delizioso sulla terra.
La virtù affascina, ma c'è sempre in noi la speranza di poterla corrompere.
Fedeltà, abnegazione, taciturnità sono virtù di cui un grande popolo ha necessità: l'insegnarle e il perfezionarle nella scuola è più importante di molte cose che oggi riempiono i nostri programmi scolastici.
Quando le donne ci amano, ci perdonano tutto, persino i nostri crimini. Quando non ci amano, non danno credito a nulla, nemmeno alle nostre virtù.
L'umiltà è la virtù più difficile da conquistare; niente di più duro a morire del desiderio di pensar bene di sé stessi.