La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.
La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile.
La natura non fa nulla di inutile.
Ciascuno giudica bene ciò che conosce, e solo di questo è buon giudice.
La legge è ordine, e una buona legge significa un ordine giusto.
Chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte dello Stato, e di conseguenza è o bestia o dio.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
La disgregazione culturale può seguire alla specializzazione; ed è la disgregazione più radicale di cui una società possa soffrire.
Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività.
Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.
Chi ha cari i valori della cultura non può non essere pacifista.
La cosa migliore che un uomo può fare per la propria cultura quando è ricco è cercare di attuare i progetti che aveva quando era povero.
La cultura è il miglior viatico per la vecchiaia.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.
Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L'uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.