La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.
Coloro che sperano di diventare filosofi studiando la storia della filosofia dovrebbero, piuttosto, ricevere da essa l'idea che filosofi si nasce proprio come avviene per i poeti, anzi assai più di rado.
Accade durante i viaggi: un solo mese sembra più lungo di quattro mesi trascorsi a casa.
Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.
Quello che si sa ha un doppio valore se al tempo stesso si confessa di non sapere quello che non si sa.
Noi ci consoliamo delle sofferenze della vita pensando alla morte, e della morte pensando alle sofferenze della vita.
Come non vedere che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?
Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che dolore.
Non c'è nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria.
Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.
Ho provato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare.
La vita è dolore e la gioia dell'amore è un anestetico.
Ascoltatemi nel mio dolore, perché può darsi che non vi richiami mai più.
Tu puoi tenerti lontano dai dolori del mondo, sei libero di farlo e risponde alla tua natura, ma forse proprio questa tua astensione è l'unico dolore che potresti evitare.
Viviamo sotto strati di dolore, uno soggiacente all'altro e che per la presenza di quest'altro non viene percepito, ma che è pronto a far sentire la sua punta non appena quest'altro scompare.
Dimenticare il dolore è difficilissimo, ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più.
L'elemosina avvilisce tanto chi la riceve quanto chi la fa.
Girava dappertutto chiedendo elemosine con un piattino di rame. Gli davano molto, ma lui voleva di più, perché il tempio doveva avere una campana i cui rintocchi riportassero a galla gli annegati. Supplicò tanto, che perse la voce. Le sue ossa cominciarono a riempirsi di rumori.
L'elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità.
L'elemosina non basta, ci vuole l'amore.
La elemosina anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio.
L'elemosina dà solo al donatore l'impressione di fare qualcosa e chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi. Mendicare priva l'uomo della sua dignità, togliendoli l'incentivo a provvedere alle proprie necessità con il lavoro, lo rende passivo.
Quel povero mutilato era troppo distratto. Chiedeva l'elemosina tendendo la mano che gli mancava.
I poveri amano l'elemosina dei ragazzi perché non li umilia, e perché i ragazzi che han bisogno di tutti, somigliano a loro... L'elemosina d'un uomo è un atto di carità: ma quella d'un fanciullo è insieme una carità e una carezza.
Attraverso l'esercizio della solitudine si coltiva la dignità: trovo estremamente più dignitoso chiedere l'elemosina che fare le scarpe al proprio collega in ufficio.
Si fa l'elemosina, per levarsi d'innanzi il miserabile che la chiede.
A chi è felice è difficile avere una vera comprensione della miseria.
Esiste solo una passione, la passione per la felicità.
Cercare l'indirizzo della felicità è inutile. Cambia domicilio in continuazione.
Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro.
Dicono che la felicità dell'uomo non può consistere fuorchè nella verità. Così parrebbe, perchè qual felicità in una cosa che sia falsa? E come, se il mondo è diretto alla felicità, il vero non deve render felice? Eppure io dico che la felicità consiste nell'ignoranza del vero.
Di molto, il primo elemento della felicità è l'essere saggio.
Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno.
In ogni caso la felicità è sempre dietro l'angolo: la felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata.
La felicità di un uomo sposato dipende dalle donne che non ha sposato.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
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