Dolore è più dolor, se tace.— Giovanni Pascoli
Dolore è più dolor, se tace.
Il mistero, nella vita, è grande, e il meglio che ci sia da fare, è quello di stare stretti più che si possa agli altri, cui il medesimo mistero affanna e spaura.
La poesia benefica di per sé, la poesia che di per sé ci fa meglio amare la patria, la famiglia, l'umanità, è, dunque, la poesia pura, la quale di rado si trova.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!
A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.
Chi prega è santo, ma chi fa, più santo.
Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio.
Dalla mia più tenera età una freccia di dolore si è piantata nel mio cuore. Finché vi rimane - sono ironico - se la si strappa, muoio.
Probabilmente dovreste togliere strati sopra strati di dolore per vedere perché ogni cosa che vedo è cosi malata.
Quando due dolori si verificano insieme, ma non nello stesso posto, il più violento oscura l'altro.
È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito.
Ci sono anche dolori di lusso, che recano lustro a chi li sopporta.
Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.
Poco ha doglia chi, dolendo, tace.
Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita.
Chiunque può sopportare un dolore tranne chi ce l'ha.