Ci sono anche dolori di lusso, che recano lustro a chi li sopporta.
Il contrario di quel che penso mi seduce come un mondo favoloso.
Che cosa fa il papa? Si domandano alcuni. "Che cosa può fare il papa", rispondono altri. Nessuno pensa che il papa ha troppe cose da perdere per essere un vero papa.
Il facile è difficilissimo. Il semplice è complicatissimo.
Il nazionalismo è l'unica consolazione dei popoli poveri.
Guardava la sua proprietà terriera con l'occhio di chi l'ha rubata di fresco.
Certe persone - e io sono di quelle - odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma.
Chi continua a esultare sul rogo, non trionfa sul dolore, bensì sul fatto che, contrariamente a quanto si aspettava, non sente alcun dolore. Una allegoria.
Il dolore non esiste per chi s'innalza verso l'ora triste con la forza d'un cuore sempre giovine.
Abbandona l'ira, trascura l'orgoglio, passa oltre ogni vincolo: nessun dolore tocca l'uomo distaccato da nome e forma, e che non possiede nulla.
Non esistendo dolore, sua nascita e suo arresto, non può logicamente esistere neppure il cammino, il quale consiste nell'arresto del dolore.
I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.
Il dolore, in natura, è il più potente degli afrodisiaci.
E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà.
Il suo dolore era stato maggiore del mio. Quel dolore delinea il confine che ci separa. La sua morte mi ha insegnato a guardarmi dentro e a mantenermi distante. Quel dono di consapevolezza mi ha salvato la vita.
La conoscenza porta dolore.
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