Ci sono anche dolori di lusso, che recano lustro a chi li sopporta.
Ogni forma di educazione è un atto di arbitrio.
Esistono tipi che assumono una personalità soltanto al telefono.
Le dittature sono due: quella della libertà e quella dell'autorità.
Le nostre esperienze ci seguono; le nostre antipatie ci precedono.
Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce.
Là dove cresce il dolore è terra benedetta.
Il dolore non esiste per chi s'innalza verso l'ora triste con la forza d'un cuore sempre giovine.
Non ci consoliamo dai dolori, semplicemente ce ne distraiamo.
È destino dell'uomo di sottostare al dolore; vanto il non lasciarsi vincere e atterrare da esso.
Tu puoi tenerti lontano dai dolori del mondo, sei libero di farlo e risponde alla tua natura, ma forse proprio questa tua astensione è l'unico dolore che potresti evitare.
I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.
Il pianto è una naturale conseguenza del dolore.
Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.
Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che dolore.
Sono convinto che davanti alla donna alla quale l'educazione non ha insegnato il bene, Dio apre quasi sempre due sentieri che ve la guideranno: il dolore e l'amore.