La solitudine è la sorte di tutti gli spiriti eminenti: talvolta essi ne sospireranno, ma la sceglieranno sempre come il minore di due mali.
— Arthur Schopenhauer
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La nostra interpretazione
Arthur Schopenhauer, attraverso questo aforisma, esplora la condizione intrinseca di solitudine che accompagna spesso le persone di talento e intelligenza eccezionale. Suggerisce una verità amara ma inevitabile: mentre coloro che possiedono un'intellettuale superiore o visioni profonde del mondo possono desiderare a volte l'amicizia e la compagnia, scoprono presto che le loro percezioni sono talmente diverse da quelle della maggioranza degli esseri umani da rendere difficile trovare veramente chi li comprenda. In un tale scenario di isolamento volontario o forzato, Schopenhauer suggerisce una sorta di accettazione pragmatica: pur non trovando conforto nella solitudine, queste persone eminenti optano per essa come la scelta meno dolorosa tra le opzioni disponibili. L'aforisma rivela un aspetto poco romantico della genialità e del pensiero profondo, dove l'indipendenza mentale può portare a una condizione di isolamento che è sia inevitabile quanto spesso necessaria per la crescita personale.
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