Fare guerra a Dio per estirparlo dal cuore degli uomini porta l'umanità, impaurita e impoverita, verso scelte che non hanno futuro.
Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c'è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati.
Fate sì che l'amore unificante sia la vostra misura; l'amore durevole sia la vostra sfida; l'amore che si dona la vostra missione!
L'amore produce gioia, e la gioia è una forma d'amore.
Dio non ha solo parlato, non ha solo compiuto segni prodigiosi nella storia dell'umanità, Dio si è fatto così vicino da farsi uno di noi e percorrere le tappe dell'intera vita dell'uomo.
La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita.
Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.
Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo.
Verrà il tempo in cui l'idea di un dio creatore sarà considerata, nella metafisica, come ora si considera quella degli epicicli nell'astronomia.
Dio non è neutrale. Dio partecipa alla guerra militando dalla parte del giusto.
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Di Dio non possiamo dire nulla, come è in sé, ma solo quel che egli fa per noi.
Che Dio ci perdoni, e ci perdonerà. È il suo mestiere.
Anche Dio fa dei progressi nell'apprendimento: lo si nota dai miglioramenti nella creazione della donna nei confronti dell'uomo.
Il Dio di Gesù non è il despota parziale che ha scelto Israele per il suo popolo e lo protegge verso e contro tutti, è il Dio dell'umanità.
Dio, dice San Paolo, lo vediamo qui in terra per riflesso e per enigma. Dopo morte lo vedremo sul serio.
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