Dio: una malattia dalla quale ci si crede guariti perché non ne muore più nessuno.— Emil Cioran
Dio: una malattia dalla quale ci si crede guariti perché non ne muore più nessuno.
Abbiamo perduto l'arte di suicidarci a sangue freddo.
La "dolcezza del vivere" è scomparsa con l'avvento del rumore. Il mondo sarebbe dovuto finire cinquant'anni fa; o, meglio ancora, cinquanta secoli fa.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero trovato un modo qualsiasi di aggirarla.
Siamo stati felici soltanto nelle epoche in cui, avidi di annientamento, con entusiasmo accettavamo il nostro niente.
Se obbedissi al primo impulso passerei le giornate a scrivere lettere di ingiurie e di addio.
Io credo in Dio. Il problema è che credo a tutti.
Era tutto nelle Sue mani adesso. E così era sempre stato.
Non ho niente contro Dio, è il suo fan club che mi spaventa.
Coloro che credono di non credere in Dio, in realtà poi credono inconsciamente in Lui, perché il Dio di cui negano l'esistenza non è Dio, ma qualcos'altro.
Uno solo è dio, sommo tra gli dèi e gli uomini, né per figura simile ai mortali, né per pensiero.
La scienza non ha fatto progressi che dopo aver eliminato Dio.
Se si crede negli esseri umani, si crede in Dio: è il primo passo e il più difficile.
Dio è troppo perfetto per poter pensare ad altro che a sé.
Dio si insedia nei vuoti dell'anima. Sbircia i deserti interiori, perché a somiglianza della malattia egli predilige occupare i punti di minor resistenza. Una creatura armoniosa non può credere in Lui.
Non bisogna giudicare Dio da questo mondo, perché è soltanto uno schizzo che gli è riuscito male.