Massimo segno della fine, è il principio.— Carlo Dossi
Massimo segno della fine, è il principio.
Non vi ha che una medicina efficace; quella di regolare la vita in modo da non aver mai bisogno di rimedi.
Ci fu data la lingua, sì, per parlare; ma anche i denti per tenerla assiepata.
Alle volte, coi libri di teologia e di filosofia, si fa una strenua fatica per capire che quanto si arriva a capire non valeva la pena di esser capito.
Il pudore inventò il vestito per maggiormente godere la nudità.
Chi molto dice, pensa poco.
Il presente non costituisce mai il nostro fine. Passato e presente sono mezzi, solo l'avvenire è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.
Non arriverai mai alla fine del viaggio, se ti fermi a lanciare un sasso a ogni cane che abbaia.
La percezione della fine è dentro ciascuno di noi, è uno stigma della specie, un marchio della sua caducità.
Il lieto fine è la nostra fede nazionale.
Fine ultimo di tutto, la fine.
A cattivo principio cattiva fine.
Da qualche parte esiste una fine. Solo che non si trova un cartello con scritto "Ecco, questa è la fine", come al gradino più alto di una scala non si trova scritto: "Attenzione, questo è l'ultimo gradino. Non fate un passo oltre."
Il fine, che non può essere conseguito se non con mezzi cattivi, non può essere un fine buono.
Un fine autentico può fare a meno di speranze e anche di ogni probabilità di essere raggiunto.