Conta quello che si fa, non che si dice.— Cesare Pavese
Conta quello che si fa, non che si dice.
Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.
Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.
Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andare degli anni si soffre sempre di più?
Non è che accadono a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso, vale a dire, un destino.
Si fa l'elemosina, per levarsi d'innanzi il miserabile che la chiede.
Se fare fosse facile quanto sapere ciò che va fatto, le cappelle sarebbero chiese e le catapecchie dei poveri palazzi principeschi.
Fai ciò che puoi, con ciò che hai, dove sei.
Fai quello che credi... ma credici fino in fondo.
Non poter fare molto bene non dev'essere una scusa por non fare quel tanto bene che si può.
La politica delle cose: fai quel che devi, succeda quel che può.
L'uomo fa sempre soltanto ciò che vuole e pure lo fa necessariamente. Ciò dipende dal fatto che egli è già ciò che vuole, poiché da ciò che è segue necessariamente ciò che di volta in volta fa.
Lo stato deve fare le cose utili, l'individuo le cose belle.
Sapere che sarà pessima l'opera che mai si farà. Peggiore, tuttavia, sarà quella che non si farà mai.
Più cose facciamo, più cose possiamo fare.
Ciò che non vuoi che sia fatto a te stesso, non farlo agli altri.