La letteratura è una difesa contro le offese della vita.— Cesare Pavese
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
Bisogna andar cauti, quando si è ragazzi, nel fare progetti, poiché questi si avverano sempre nella maturità.
È sommamente voluttuoso abbandonarsi alla sincerità, annullarsi in qualcosa di assoluto, ignorare ogni altra cosa; ma appunto è voluttuoso cioè, bisogna smettere.
I tempi della filantropia sono i tempi in cui si mettono dentro i mendicanti.
La tolleranza delle idee nasce dalla illusione che la verità sia qualcosa di razionale, mentre appena si accetta il principio che qualunque idea si basa su una scelta iniziale, che la volontà è il primo organo della conoscenza, si diventa intransigenti.
I lavativi hanno la pelle dura.
È nella letteratura, nella poesia, nel dramma, nel romanzo che i modelli filosofici e il vaglio delle possibilità metafisiche e morali ricevono la densità, il peso realizzato ed esistenziale della vita vissuta.
Ciò che non è in mezzo alla strada è falso, derivato, vale a dire: letteratura.
Lo svantaggio della grande letteratura sta nel fatto che ogni stronzo ci si può identificare.
Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
La creazione letteraria è un torrente che travolge ogni cosa, in quel vortice le nostre caratteristiche personali sono tutt'al più dei sedimenti. La vanità o il pudore dello scrittore contano ben poco di fronte al grande fenomeno di cui egli è teatro.
Finché c'è al mondo un bimbo che muore di fame, fare letteratura è immorale.
Una volta la letteratura era un'arte e la finanza un mestiere; oggi è tutto il contrario.
La canzone d'autore è una cosa sperimentale che tenta di nobilitare la letteratura nella canzone.
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
La vita messa alle strette è speculare alla Letteratura in tutta libertà.