Il matrimonio lo prendono più sul serio gli scapoli che non i coniugati.— Cesare Pavese
Il matrimonio lo prendono più sul serio gli scapoli che non i coniugati.
Non va bene esagerare in beneficenza, perché ad un certo punto non si guadagna più che l'odio del beneficiato.
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
Conta quello che si fa, non che si dice.
Ogni pensiero è veramente pensato all'istante, il verso fatto della baldanza e diversità della mente in azione, che si vede nell'atto di pensarlo, ed esprime questa sua coscienza. Walt Whitman canta la gioia di scoprire pensieri.
Nel sogno sei autore e non sai come finirà.
Un buon matrimonio è quello in cui ciascuno dei due nomina l'altro custode della sua solitudine.
Due non si sono sposati: da allora vivono in reciproca vedovanza.
La letteratura di tutto il mondo non si interessa molto del matrimonio: che cosa si potrebbe desiderare d'altro se non un amore senza regole, non rovinato da affitti, vecchiaia, bambini, conti del gas?
Se già hai l'amore, che te ne fai del matrimonio?
Un secondo matrimonio è il trionfo della speranza sull'esperienza.
Il matrimonio funziona meglio se entrambi i partner restano un po' non sposati.
Un matrimonio felice è una lunga conversazione che sembra sempre troppo breve.
Matrimonio: guerra e necessità; celibato: pace e prosperità.
Si studiano tre settimane, si amano tre mesi, litigano tre anni, si tollerano trent'anni; e i figli ricominciano.
Sebbene il matrimonio faccia dell'uomo e della donna una carne sola, li lascia pur sempre due stolti.