La tua modernità sta tutta nel senso dell'irrazionale.— Cesare Pavese
La tua modernità sta tutta nel senso dell'irrazionale.
Uno di campagna è come un ubriaco. È troppo stupido per lasciarsela fare.
L'uomo è come una bestia, che vorrebbe far niente.
Non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino.
Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.
Capii che Nuto aveva davvero ragione quando diceva che vivere in un buco o in un palazzo è lo stesso, che il sangue è rosso dappertutto, e tutti vogliono esser ricchi, innamorati, far fortuna.
La modernità nasce su due paradigmi. La singolarizzazione, cioè l'individuo in sé e il funzionalismo.
Sono solo i moderni a diventare sorpassati.
L'usanza comune a molti letterati di disprezzare il mondo moderno è una maniera dissimulata di presumersi degni di un altro migliore.
Moderno è l'uomo che pensa con il cervello proprio, non per ispirazione e autorizzazione di un'autorità religiosa o politica.
Quando il Moderno si presenta come "il nuovo" assoluto, in verità è già decrepito.
Tutti quelli che esaltano il frastuono dei mass media, il sorriso imbecille della pubblicità, l'oblio della natura, l'indiscrezione innalzata al rango di virtù, li si deve chiamare: collaborazionisti della modernità.
Non possiamo fermare la modernità, ma non possiamo nemmeno subirla in modo passivo.
La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.
Il moderno invecchia. Il vecchio torna di moda.
Il papa ha detto: "La risposta alla modernità è Cristo". Ora, io ho 44 anni e molto modestamente ho imparato una cosa nella mia vita: se la risposta è Cristo, la domanda è sbagliata.