L'unica cosa che valga la pena di fare, oggi, è l'essere moderni.
Oggi si ha l'aria di considerare la vita come una speculazione, ma essa non è una speculazione: è un sacramento, il suo ideale è l'amore, la sua purificazione il sacrificio.
Il nostro unico dovere nei confronti della storia è di riscriverla.
Fu un giorno fatale quello nel quale il pubblico scoprì che la penna è più potente del ciottolo, e può diventare più dannosa di una sassata.
Oggi la maggioranza della gente muore di un deprimente buon senso e scopre, quando è troppo tardi, che l'unica cosa di cui non ci si pente mai sono i propri errori.
Cosa è la mente se non movimento nella sfera intellettuale?
La modernità non sfugge alla tentazione di identificare il permesso con il possibile.
L'operaio di una città moderna usufruisce, oggi, di un benessere materiale superiore a quello di un nobile dei secoli scorsi.
Il moderno invecchia. Il vecchio torna di moda.
Il programma della modernità si inceppa proprio in quella che è, sin dall'inizio, la sua idea portante: la capacità della ragione umana.
Tutto ciò che è moderno viene, prima o poi, superato.
Non possiamo fermare la modernità, ma non possiamo nemmeno subirla in modo passivo.
La modernità si è compiaciuta di mostrare che il dono gratuito è uno degli eventi più rari nella vita umana.
I moderni veri sono costretti a essere antimodernisti.
Una sola frase basterà a descrivere l'uomo moderno: egli fornicava e leggeva i giornali.
Sono solo i moderni a diventare sorpassati.