La città è il cibo preferito dei cani.
Il somaro oscilla perennemente tra scusarsi di essere il desiderio di esistere nonostante tutto, di trovare il proprio posto, o addirittura di imporlo, fosse anche con la violenza, che è il suo antidepressivo.
Il peggio, nel peggio, è l'attesa del peggio.
Immaginazione non significa menzogna.
Statisticamente tutto si spiega, personalmente tutto si complica.
C'è qualcosa di peggio dell'imprevisto... le certezze!
Le città attirano in una palude più spesso di quanto non portino nel grande oceano della vita.
Una città è come un animale. Possiede un sistema nervoso, una testa, delle spalle e dei piedi. Ogni città differisce da tutte le altre: non ce ne sono due uguali.
Le città portano le stigmate del passare del tempo, occasionalmente le promesse delle epoche future.
Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.
Le città al pari delle foreste, hanno antri in cui si nasconde tutto ciò che esse hanno di più cattivo e di più terribile. Solo che, nella città, ciò che si nasconde così è feroce, immondo e misero, cioè brutto; nelle foreste, ciò che si nasconde è feroce, selvaggio e grande, cioè bello.
D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
Gli uomini si associano tra loro per le varie necessità di cui hanno bisogno; e quando hanno raccolto in un'unica sede molte persone per ricevere aiuto dalla comunanza reciproca, nasce quella coabitazione cui diamo il nome di città.
C'è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli.
Le città non sono solo scambi di merci: sono scambi di gesti, parole, emozioni, memorie, tempo, saperi.