Non c'è nulla che vada come previsto, è l'unica cosa che ci insegna il futuro quando diventa passato.— Daniel Pennac
Non c'è nulla che vada come previsto, è l'unica cosa che ci insegna il futuro quando diventa passato.
Quando la vita è quello che è, il romanzo ha il dovere di essere quello che vuole.
Ci sono i conosciuti e gli sconosciuti. I conosciuti ci tengono a farsi riconoscere, gli sconosciuti vorrebbero rimanere tali, e a tutti e due va male.
Si torna naturalmente al trucido feuilleton del Grande Magazzino dove finzione e realtà copulano allegramente.
Sì, all'origine delle origini, molto prima delle chiacchiere accademiche, è il silenzio a celebrare la bellezza del racconto.
Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l'autore e io... La solitudine della scrittura che invoca la resurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitaria.
Il problema del futuro è che solitamente arriva prima che noi si sia preparati a riceverlo.
Purtroppo noi non siamo esseri sospesi in bolle di sapone vaganti felici per l'aria; c'è un prima e un dopo nelle nostre vite e questo prima e dopo intrappola i nostri destini, si posa su di noi come una rete sulla preda.
Cosa accade quando il futuro è venuto ed è andato?
La maggior forza dell'uomo a tutte le età è che egli si dia un futuro.
Cari fratelli e sorelle, non smettete mai di sperare in un futuro migliore. Lottate per questo, lottate. Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo!
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.
Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto.
Il mondo è pieno di gente la cui nozione di un soddisfacente futuro è, nei fatti, un ritorno ad un passato idealizzato.
Il povero vecchio Passato, Schiavo del Futuro.
L'ho percorso in lungo e in largo, il futuro. Ci ho passato la metà del mio tempo. È sempre identico, dappertutto. Ogni periodo è uguale all'altro. Proprio uguale. Le stesse, vecchie menate con auto più veloci e aria più fetente.