L'ingiustizia è una maestra rigida ma impareggiabile.
Il tennis è lo sport più bello che esista e anche il più impegnativo. Richiede controllo sul proprio corpo, coordinazione naturale, prontezza, assoluta velocità, resistenza e quello strano miscuglio di prudenza e abbandono che chiamano coraggio. Richiede anche intelligenza.
Una mia grande frustrazione quando cerco di leggere Kafka con gli studenti è che mi è impossibile far loro capire che Kafka è comico. Né tantomeno apprezzare il modo in cui questa comicità è intimamente legata alla potenza dei suoi racconti.
La verità ti renderà libero. Ma solo quando avrà finito con te.
Le dita ossute degli alberi mosse dal vento sembrano lanciare incantesimi.
Imparare a pensare di fatto significa imparare a esercitare un certo controllo su come e su cosa pensare. Significa avere quel minimo di consapevolezza che permette di scegliere a cosa prestare attenzione e di scegliere come attribuire un significato all'esperienza.
Taluni pensano che commettere ingiustizie sia il solo modo di esercitare il potere.
È meglio subire un'ingiustizia che compierla.
L'uomo di sensibilità giusta e di retta ragione, quando si sente preoccupato del male e dell'ingiustizia del mondo, cerca naturalmente di correggerli, dapprima, in ciò che gli si manifesta più vicino; e questo lo troverà nel suo stesso essere. Ma questa opera lo impegnerà per tutta la vita.
Neppure l'ingiustizia è uguale per tutti.
L'ingiustizia nazionale è la strada più sicura per la rovina nazionale.
L'ingiustizia porta l'ingiustizia, e il combattere con le tenebre e l'essere sconfitti da esse porta necessariamente l'inizio dei combattimenti.
Si piange quando si grida all'ingiustizia.
Spesso commette ingiustizia non solo colui che fa qualcosa, ma anche colui che non la fa.
L'ingiustizia dovrebbe essere uguale per tutti.
Ingiustizia. Un peso che, fra tutti quelli che addossiamo agli altri, o portiamo noi stessi, risulta leggerissimo quando viene dalle nostre mani, e pesantissimo quando ci grava sulle spalle.