C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.— Dino Risi
C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.
Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola.
La televisione vive di cinema, e il cinema muore di televisione.
Preferisco andare a un funerale che a un matrimonio.
Attore: uno che, per essere se stesso, finge di essere un altro.
Gli chiesero: come dev'essere la donna? "Bella e stupida al punto giusto".
La vera opera d'arte non è forse, quella che s'impone senza ambizioni di successo e che nasce da una autentica abilità e da una sicura maturità professionale?
La vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile.
Chi ha compreso una volta che cosa sia veramente il bello si è guastato per il futuro tutte le gioie che l'arte gli poteva dare.
Se è arte non può essere popolare e se è popolare non può essere arte.
La differenza tra l'arte e la vita è che l'arte è più sopportabile.
Dal punto di vista dell'arte non ci sono forme concrete o astratte, ma solo forme, che sono bugie più o meno convincenti.
L'opera d'arte nasce dalla rinuncia dell'intelligenza a ragionare il concreto.
L'arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro.
L'arte mi sembra essere soprattutto uno stato d'animo.
L'arte non imita, interpreta.