C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.— Dino Risi
C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.
I cinematografi: supermercati che vendono amore e paura.
Offrite un alibi a una donna, e otterrete da lei quello che vuole.
Era un fallito riuscito.
Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola. Qualcosa a metà tra l'orologeria di precisione e la tratta delle bianche.
L'arte è spesso una causa di malinteso, perché la gente può farne qualsiasi cosa desideri. C'è un malinteso quando si desidera davvero dire qualcosa, e le persone non lo comprendono. Per me il malinteso è molto più forte dell'idea da cui ero partito.
L'arte esiste solo per comunicare un messaggio spirituale.
L'arte non è una sottomissione ma una conquista.
L'arte è questo: scappare dalla normalità che ti vuole mangiare. Io fuggo sempre, e i miei disegni sono così perché so che possono essere cancellati, divorati in un attimo. Eppure so che uno di questi, almeno uno, o tanti, durerà milioni di anni.
Le arti tutte, ma più specialmente la musica e la poesia, possono stimarsi due lampi balenati da un medesimo sguardo di Dio.
Comincio a credere, anche a rischio di cadere nel paradosso, cosa non di mio gradimento, che l'artista deve amare la vita e odiare l'arte. Il contrario di ciò che ho pensato fino ad ora.
L'arte è l'unico lavoro adatto per chi non sta a lungo con gli altri e vuole anche essere speciale.
L'arte è un simbolo poiché un simbolo è l'uomo.
Adagio, umilmente, esprimere, tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch'essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione dell'anima, un'immagine di bellezza che siamo giunti a comprendere: questa è l'arte.
Alcuni artisti hanno un modo di vivere e un modo di fare arte, per me ne esiste uno solo.