Le cattive leggi sono la peggior sorte di tirannia.— Edmund Burke
Le cattive leggi sono la peggior sorte di tirannia.
Lo studio del diritto rende gli uomini acuti, curiosi, abili, pronti all'attacco, svelti nella difesa e pieni di risorse. I giuristi si avvedono a distanza del malgoverno e fiutano l'avvicinarsi della tirannia in ogni venticello infetto.
C'è limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù.
Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano in silenzio.
Uno stato privo dei mezzi per operare qualche cambiamento è privo dei mezzi per conservarsi.
L'umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l'inganno, e con lo spettacolo.
La legge è fatta per la protezione dei bricconi.
La legge, nella sua solenne equità, proibisce così al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di elemosinare nelle strade e di rubare pane.
La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promuovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice.
Una stessa legge per il leone e per il bue è oppressione.
Non v'è vita senza legge. Qualunque cosa esiste, esiste in un certo modo, secondo certe condizioni, con una certa legge.
L'autodifesa è la più antica legge della Natura.
Quanto alle leggi, attieniti a quelle antiche; quanto ai cibi, invece, consuma quelli freschi.
Fra due leggi opposte, tra due stabilimenti di usanze che hanno inconvenienti e vantaggi, bisogna consultar quale origine abbiano in natura e limitarli coi limiti fissati dalla natura medesima. Esempio il pensiero della posterità che le leggi limiteranno a sufficienza a due o tre generazioni.
I deboli di mente e l'uomo di genio non dovrebbero essere uguali davanti alla legge.
In assenza di pianificazione, la legge della giungla prevarrebbe.