Chi ha troppe parole non può che essere solo.
Niente è più noioso dell'essere adorato. Come fa Dio a sopportarlo?
Coloro che non s'adeguano sono il sale della terra, il colore della vita, condannano se stessi all'infelicità, ma sono la nostra felicità.
Sembra che gli uomini provino più sensi di colpa per i terremoti che per le guerre che essi stessi fomentano.
Quante letture ci si risparmierebbe, se si conoscessero prima gli scrittori. Tutte le letture?
Suol dirsi che quando parla il pazzo è segno che ha udito parlare il savio. In certe materie di delicatezza, quando parlano i severi è segno che hanno udito parlare i lubrici, e che, mentre si trovano tutti d'accordo, la cosa è già passata in giudicato.
Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e a riceverla, nell'uso della parola invece il saperla accogliere bene precede il pronunciarla.
Voce dal sen sfuggita poi richiamar non vale: non si trattiene lo strale, quando dall'arco uscì.
Mi sono reso conto che fare l'ermetico crea meno problemi, mentre parlare un linguaggio semplice ti espone a maggiori possibilità di essere giudicato. Più gente ti capisce, più hai potenziali giudici di ciò che fai.
Opportunista vuol dire saper cogliere l'occasione buona. Si riduce a tenere la bocca chiusa quando non è il caso di parlare oppure a dire la parola giusta al momento opportuno. O semplicemente a non fare una cosa che ti può danneggiare.
Le parole false non sono solo male in se stesse, ma infettano l'anima con il male.
Se tu parlassi nella conversazione con meno veemenza le tue ragioni riuscirebbero più efficaci. Nessuno persuade, se è appassionato. Commuoverà, forse, ma non tirerà l'assenso.
Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia.
Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l'apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore.
Appena si comincia a parlare una lingua straniera, cambiano le espressioni del viso, delle mani, il linguaggio del corpo. Si è già qualcun altro.