I ricchi vanno aiutati, abbiamo già troppi poveri.
Se ammetterai che la merda in fondo non è cattiva, dovrai mangiarla due volte al giorno.
In Italia la linea più breve tra due punti è l'arabesco.
Se non si è di sinistra a vent'anni e di destra a cinquanta, non si è capito niente della vita...
Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà.
E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi d'anni, dicono.
Non c'è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare.
Di chi è meglio che sia piena la città: di ricchi, che coi loro mezzi aiutano sé e gli altri, o di poveri, che né a sé né agli altri sono di aiuto?
Tutti hanno la stessa quantità di ghiaccio: i ricchi d'estate e i poveri d'inverno.
A questo mondo non si diventa ricchi per quello che si guadagna, ma per quello a cui si rinuncia.
La globalizzazione è una grande opportunità di ripartizione della ricchezza.
La legge, nella sua maestosa equità, proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane.
La spesa pubblica in deficit è semplicemente uno schema per la confisca della ricchezza. L'oro impedisce la strada a questo insidioso processo.
Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie.
La ricchezza è una condizione relativa: è ricco chi guadagna di più di quanto spende e, viceversa, è povero chi ha esigenze superiori al reddito.
Colui che ha una grande ricchezza in sé stesso è come una stanza pronta per la festa di Natale, luminosa, calda e gaia in mezzo alla neve e al ghiaccio della notte di dicembre.