L'intima natura delle cose ama nascondersi.
La natura ama nascondersi.
Quando gli uomini muoiono, li attendono cose che essi non sperano né suppongono.
Il fulmine governa ogni cosa.
Di quanti ho ascoltato i discorsi, nessuno giunge a riconoscere che la sapienza è distinta da ogni cosa.
Per i desti uno e comune è il cosmo, ma nel sonno si volgono ciascuno al proprio mondo.
La vita non è un problema da risolvere. È un mistero da vivere.
L'esistenza di ognuno si regge sul mistero.
Il mistero non è un parente dell'innocenza.
Anche la più ordinaria delle vite è misteriosa se la si guarda attentamente.
Al principio c'è il mistero, al termine la conferma, ma nel mezzo ci sono le emozioni, che sono la vera ricchezza. La vita, ora lo capiva, assomigliava a una canzone.
Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l'emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza.
Il mistero è anzitutto l'al di qua, la giornata terrestre con le attese, i ricordi, gli amori, le piccole pene e le piccole gioie, intrise di fragile argilla e di eternità.
L'arte mette paura perché richiede costantemente di abbandonare la propria zona di comfort per avventurarsi incontro all'ignoto, ossia verso un luogo oscuro in cui ci si può perdere (ma dove si può anche vincere).
L'oscurità della fede è una prova della sua perfezione. È oscura per il nostro spirito perché oltrepassa infinitamente la sua debolezza.
Ogni interpretazione è la controparte di un mistero.