Borghese vuole dire ciò che l'operaio diventa appena gli si offre la minima opportunità.— Ezra Pound
Borghese vuole dire ciò che l'operaio diventa appena gli si offre la minima opportunità.
Un'affermazione imperfetta e interrotta, se espressa con sincerità, spesso dice di più a chi la ascolta di quanto non dice l'espressione più meticolosamente accurata.
Pensiamo perché non sappiamo.
Un uomo di buona volontà lascia un'idea falsa appena si accorge della sua falsità e rigetta un'affermazione sbagliata non appena venga corretto.
Ci s'inaridisce per mancanza di curiosità.
Questo è il mio consiglio ai giovani: avere curiosità.
L'operaio è diventato una merce ed è una fortuna per lui trovare un acquirente. E la domanda, da cui dipende la vita dell'operaio, dipende dal capriccio dei ricchi e dei capitalisti.
Gli operai, e forse soprattutto le loro mogli, aspiravano a essere, o rimanere, rispettati nel loro ambiente. Non erano disposti ad apparire insufficientemente rispettabili o insufficientemente nazionali.
Sono nuovamente colpito dal fatto che un operaio, non appena fa carriera nei sindacati o si interessa alla politica laburista, diventa, lo voglia o no, un borghese. È così: combattendo la borghesia, ne assume l'aspetto.
Più oggetti l'operaio produce, meno può possederne e tanto più cade sotto il dominio del suo prodotto, del capitale.
Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere.
La differenza tra un intellettuale e un operaio? L'operaio si lava le mani prima di pisciare e l'intellettuale dopo.
L'abilità dell'operaio consiste nel saper impiegare i materiali che ha sotto mano.
L'operaio non è né tedesco, né italiano, né slavo, né francese, egli è bensì il lavorante del tempio della pace...
Solo gli operai sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare.
Operaio. Sempre onesto, quando non fa sommosse.