Scrivo, quindi sono.— Fausto Gianfranceschi
Scrivo, quindi sono.
Il compito quotidiano: arrivare fino a notte senza annoiarsi.
Il mondo si gioca su tre parole simili: caso, causa, caos.
Prima regola per guadagnare: non comprare libri che insegnano a guadagnare.
Per quanto certe idee siano cattive, le persone che le rappresentano sono peggiori.
Chi non riesce a essere leone, si accontenta di fare la scimmia.
Se si scrivesse sempre soltanto quello che quindici anni dopo sarebbe opportuno aver scritto, è probabile che non si scriverebbe niente del tutto.
Noi non scriviamo per il popolo. Qualsiasi tipo di arte si rivolge solo all'aristocrazia intellettuale di una nazione.
Ogni opera d'arte la sai quando ti diventa facile; quella dello scrivere quando ti diventa difficile.
Per me la musicalità sta in ciò che chiamo passaggio, ovvero nel saper legare le varie parti del racconto, senza mai interromperlo bruscamente per passare a qualcos'altro, né costruirlo su un sottofondo monotono nel quale si finisce per distrarsi.
Non ho mai potuto capire perché la gente mediocre dovrebbe smettere di essere mediocre solo perché sa scrivere.
La metà di ciò che scriviamo è dannosa, l'altra metà è inutile.
Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi.
L'anima dell'uomo ha radici nello stomaco. Chiunque scrive molto meglio dopo una bistecca di manzo e una pinta di whiskey che non dopo una tavoletta di cioccolata da cinque cents. Il mito dell'artista morto di fame è una balla.
Qualunque cosa un poeta scriva con entusiasmo e ispirazione divina è bello.
La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione.