Ciò che c'è di più banale nei sogni, è che tutti li hanno.— Fernando Pessoa
Ciò che c'è di più banale nei sogni, è che tutti li hanno.
Ci basta l'incomprensibilità dell'universo; volerlo comprendere significa essere meno che uomini, perché essere uomini è sapere che non si comprende.
L'unico senso intimo delle cose è che esse non hanno nessun senso intimo.
Il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente.
Tutto ciò che sappiamo è una nostra impressione, e tutto quello che siamo è una impressione altrui.
Il Vangelo raccomanda amore per il prossimo: non dice amore per l'uomo o per l'umanità, di cui di fatto nessuno può curarsi.
Devi avere un sogno per svegliarti la mattina.
Nessuno sogna di ciò che non lo riguarda.
Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Il sogno è il lusso del pensiero.
Non c'è dolcezza nei sogni se non fino a che rimangono tali, che non si avverano mai.
Per quanto un sogno sia bello prima o poi ci si sveglia.
C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia.
Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.
Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede.
Bisogna trovare il proprio sogno perché la strada diventi facile. Ma non esiste un sogno perpetuo. Ogni sogno cede il posto ad un sogno nuovo. E non bisogna trattenere alcuno.